Strategia dell'Unione Europea per prodotti tessili sostenibili e circolari - 2022/2171(INI)

Il 1° giugno 2023 il Parlamento Europeo ha votato a favore dell’adozione di una nuova strategia per prodotti tessili sostenibili e circolari. Questa definisce una serie di azioni e la visione della Commissione per il settore entro il 2030. La necessità di questa nuova strategia nasce dal consumo sempre maggiore dei prodotti tessili, dovuto in gran parte alla cosiddetta fast-fashion: le tendenze vanno e vengono più rapidamente, i capi sono spesso di qualità scadente a prezzi tuttavia molto attraenti.

A pagarne il prezzo non è solo l’ambiente ma anche i lavoratori impiegati nel settore che realizzano i prodotti: a livello mondiale 60 milioni di persone (la maggior parte donne) sono impiegate nel settore con paghe nettamente inferiori ai salari di sussistenza e l’intera filiera è dominata da condizioni lavorative precarie.

La responsabilità degli acquisti sostenibili non dovrebbe ricadere soltanto sul consumatore e l’attuale modello lineare va fermato a favore di un modello circolare e dignitoso. La strategia propone quindi un approccio olistico, con prodotti immessi sul mercato che saranno sostenibili, riutilizzabili, riparabili, riciclabili e privi di sostanze dannose, garantendo allo stesso tempo una concorrenza leale nei confronti delle nostre industrie, riducendo quindi l'importazione di prodotti extra-UE che non soddisfano questi requisiti.

 

PUNTI FOCALI DELLA STRATEGIA

Impatto ambientale e climatico

    I prodotti tessili si collocano al quarto posto per impatto negativo sul clima e sull’ambiente, al terzo sull’uso dell’acqua e sul suolo e al quinto sull’uso delle materie prime e sulle emissioni di gas a effetto serra. Servono ulteriori interventi legislativi per de-carbonizzare l’industria, cominciando con una maggiore trasparenza sulle emissioni dell’ambito delle catene di approvvigionamento del settore tessile - anche se è utile ricordare che il 70% di queste emissioni sono extra-UE.

     

    Circolarità fin dalla progettazione / eco-design

      Bisogna includere i prodotti tessili (soprattutto per i comparti “abbigliamento” e “calzature”) nel quadro della progettazione ecocompatibile.
      Il miglioramento dell’efficienza delle risorse non è sufficiente, in quanto non limita sovrapproduzione e consumo eccessivo. Questi ultimi sono strettamente collegati sia alla facile reperibilità che ai prezzi bassi. Bisogna quindi pensare e creare prodotti in minore quantità, aumentandone durabilità e qualità. L’eco-design deve, quindi, tenere conto anche della durabilità emotiva, pensando a prodotti che siano desiderabili a lungo termine.

       

      Rifiuti tessili e responsabilità estesa del produttore

        La normativa sulla responsabilità estesa del produttore va armonizzata con un’eco-modulazione delle tariffe nell’ambito della revisione della direttiva quadro sui rifiuti. La raccolta differenziata dei tessili diventerà obbligatoria dal 1° gennaio 2025.

         

        Trasparenza e tracciabilità

        Positiva è l'iniziativa di dare ai punti vendita la possibilità di informare il consumatore riguardo alla durabilità commerciale e alla riparabilità dei prodotti.

        Viene richiesto l'obbligo del passaporto digitale per divulgare e trasmettere le informazioni relative ai siti lungo le loro catene di approvvigionamento, sui materiali e sulle sostanze chimiche. Le informazioni ambientali devono essere integrate da informazioni sugli aspetti sociali e sulle condizioni di lavoro e dei lavoratori.

        Si ritiene necessario introdurre il divieto immediato di distruzione dell'invenduto (con eccezioni), prevedendo quindi una dichiarazione integrale dei prodotti immessi sul mercato e quelli invenduti.

         

        Dovere di diligenza ed equità sociale

          La Commissione deve fornire supporto agli attori locali nei paesi partner e adottare misure legislative supplementari per affrontare le ricadute nei paesi terzi. Bisogna rivedere la normativa esistente nell’ambito delle pratiche di acquisto dannose, dovute allo squilibrio di potere fra acquirenti e fornitori. 

          Anche i lavoratori avranno un ruolo centrale nella transizione: è necessario migliorarne condizioni di lavoro e retribuzione.

          Così da evitare competititvità sleale, la Commissione dovrebbe garantire parità di condizioni per i prodotti realizzati e consumati nell’UE e per quelli esportati o importati. 

           

          DATI SPECIFICI

          • La produzione tessile mondiale è raddoppiata tra il 2000 e il 2015.
          • Meno dell’1% dei prodotti viene riciclato.
          • L’abbigliamento rappresenta la quota maggiore del consumo tessile UE (81%).
          • Le fibre sintetiche e artificiali rappresentano più di due terzi della produzione mondiale di fibre.
          • L’industria tessile e dell’abbigliamento a livello mondiale produce 92 milioni di tonnellate di rifiuti l’anno.
          • Nel 2015 la sola industria della moda ha consumato 98 milioni di tonnellate di petrolio (in gran parte per la produzione di fibre sintetiche).
          • Si stima che negli oceani ci siano 1.400 miliardi di microfibre.
          • Il 20% dell’inquinamento delle acque deriva da coloranti e prodotti usati nel tessile.

           

          EMENDAMENTI PROPOSTI

          • Intervenire sulla fast-fashion e mettere in rilevo il valore strategico della catena di approvvigionamento, promuovendo un modello di produzione che combini la capacità creativa a dei sistemi basati sulla qualità dei processi, dei materiali e dei dettagli.
          • Introdurre sussidi sulle misure di tassazione per quei prodotti che soddisfano i requisiti ecologici, per far sì che i produttori siano incentivati e possano mantenere prezzi competitivi.
          • Cambiare i criteri di assegnazione dell’Ecolabel: la produzione deve aver previsto almeno tre processi ecologici economicamente significativi.
          • Incentivare l’uso di materie prime riciclate e supportare la conversione del costo di smaltimento dei rifiuti tessili in valore aggiunto per le materie prime secondarie.
          • Viene avanzata la proposta per lo sviluppo di “Hub Tessili” a livello europeo: poli di rigenerazione tessile, che comprendano centri di ricerca, impianti di smaltimento, per lo smistamento e il recupero dei rifiuti pre- e post- consumatore, trasformandoli in valore e creando posti di lavoro nei distretti industriali del tessile.
          • Concentrarsi in prima battuta sull’abbigliamento, escludendo quindi per il momento le calzature.
          • Salvaguardare i subfornitori e gli smaltitori intermedi assegnando gli adeguati obblighi e responsabilità ai produttori.
          • Rendere il passaporto digitale uno strumento utile a comunicare la propria sostenibilità soprattutto per micro, piccole e medie imprese, senza però appesantire i processi con burocrazia non necessaria.
          • Organizzare controlli organici e sistematici, con ispezioni doganali specifiche, per prevenire l’importazione di materiali e prodotti che non soddisfano gli standard europei.

           

           

           


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