Evento: "Memoria e Identità: storia di una rinascita"

𝐂’𝐞̀ 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞 𝐮𝐧 “𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚” 𝐞 𝐮𝐧 “𝐝𝐨𝐩𝐨” 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐢𝐬𝐦𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐧𝐜𝐨𝐦𝐛𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐜𝐡𝐢 𝐥𝐨 𝐡𝐚 𝐯𝐢𝐬𝐬𝐮𝐭𝐨.
Io c’ero. E quella notte ha segnato per sempre, come uno spartiacque, la mia vita ed il mio modo di pensare al tempo che scorre. Come tanti sono rimasta qui, in una città ferita mortalmente, spettrale per molti anni ma in continuo mutamento, grazie a chi non si è arreso.
Tantissime famiglie sono state sfollate sulle coste abruzzesi, dove hanno ricevuto ospitalità e conforto. Ma amare i luoghi di appartenenza è stata una delle principali motivazioni a spingere gli abitanti a rimanere o a tornare, nonostante le difficoltà.
Qui abbiamo tante storie da raccontare, quelle legate al prima e al dopo, è come se avessimo vissuto un anno zero.
E nel dopo c’è ancora tantissimo da fare, per una ricostruzione sociale che possa garantire alle nuove generazioni la giusta dose di “attaccamento alle radici” per contrastare il depauperamento umano delle aree interne.
I bambini del 2009 sono oggi uomini e donne in una geografia cambiata nella quale si può perdere facilmente l’orientamento se non ci si mette in ascolto.
Abbiamo un continuo bisogno di dire al mondo quanto siamo stati coraggiosi e incoraggiati, tenaci e resistenti, resilienti ma mai rassegnati, pronti sempre a rilanciare l’immagine del nostro Abruzzo, “forte e gentile” come è stato definito per secoli da scrittori e guide di viaggio.
Proprio con questo intento nasce l’evento "𝙈𝙚𝙢𝙤𝙧𝙞𝙖 𝙚 𝙄𝙙𝙚𝙣𝙩𝙞𝙩𝙖̀: 𝙨𝙩𝙤𝙧𝙞𝙖 𝙙𝙞 𝙪𝙣𝙖 𝙧𝙞𝙣𝙖𝙨𝙘𝙞𝙩𝙖" che si terrà a Bruxelles il 23 maggio prossimo, una celebrazione della nostra terra d’Abruzzo, fatta di mare e di montagne, uno scrigno di saperi e sapori, con mille tentazioni offerte dalla gastronomia e dall’enologia regionale. Una terra ricca di parchi e riserve naturali che garantiscono la sopravvivenza di un gran numero di specie animali e vegetali che fanno dell’Abruzzo la “regione piu’ verde d’Europa”. L’evento sarà anche il modo per dire grazie a tutte le città della costa e alle loro amministrazioni per averci fatto sentire a casa mentre una casa non c’era più.
La Grande Salle del teatro del Conservatorio Reale di Bruxelles sarà la location: un’atmosfera perfetta per ascoltare, dopo una breve conferenza, la dolce musica della RosetOrchestra diretta dal Maestro 𝐃𝐚𝐧𝐢𝐞𝐥𝐞 𝐅𝐚𝐥𝐚𝐬𝐜𝐚, rosetano e autore di tutti i pezzi, dedicata ai colori del Parco nazionale, del Gran Sasso e del nostro lungomare. Sullo sfondo della scena saranno proiettate anche le immagini bellissime del fotografo 𝐑𝐨𝐛𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐆𝐫𝐢𝐥𝐥𝐨, molte delle quali dedicate al tema del terremoto e della ricostruzione. In una sala parallela sarà allestita una mostra dei gioielli “I love Abruzzo” del Maestro orafo 𝐆𝐢𝐮𝐥𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐌𝐨𝐧𝐭𝐚𝐥𝐝𝐢, il quale, per l’occasione, ha realizzato il “Giglio d’Europa”, simbolo di resistenza e resilienza della nostra regione, proiettata nell’armonia che le 12 stelle all’apice di altrettanti pistilli rappresenta.
Un'orchestra scelta proprio perché “giovane e promettente”, nel ricordo dei miei anni di studio trascorsi nel Conservatorio dell’Aquila, segnati da tantissimi concerti con il violoncello nell’orchestra giovanile della Marsica. Ricordo gli amici, tra i quali proprio Daniele Falasca, con i nostri discorsi su quello che avremmo voluto fare da grandi. Nel tempo abbiamo condiviso musica, idee e speranze. Daniele, diverso tempo dopo il terremoto, mi inviò un video fatto dentro il Conservatorio, semidistrutto, tra le macerie e le erbacce che avevano invaso quello che per noi era stato per anni una sorgente dissetante di suoni e ispirazione, all’improvviso solo un silenzio assordante. Da allora ho pensato ancor di più che la musica dovesse essere difesa, incentivata e cercata.
E proprio nel cercare mi sono messa in ascolto ed ho trovato. Così dico a voi di mettervi in ascolto e troverete sicuramente ciò che cercate.
Ai giovani, ai quali dedico questo evento, lascio le parole di Maria Miceli, giovane artista ballerina e coreografa, recentemente scomparsa a soli 35 anni: “𝑙𝑎𝑠𝑐𝑖𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑖 𝑡𝑢𝑜𝑖 𝑠𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑠𝑖𝑎𝑛𝑜 𝑙𝑒 𝑡𝑢𝑒 𝑎𝑙𝑖. 𝐿’𝑢𝑛𝑖𝑐𝑜 𝑚𝑜𝑑𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑓𝑎𝑟𝑒 𝑢𝑛 𝑔𝑟𝑎𝑛𝑑𝑒 𝑙𝑎𝑣𝑜𝑟𝑜, 𝑒̀ 𝑎𝑚𝑎𝑟𝑒 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑓𝑎𝑖”.
𝙀𝙡𝙞𝙨𝙖𝙗𝙚𝙩𝙩𝙖 𝘿𝙚 𝘽𝙡𝙖𝙨𝙞𝙨